Dino Caragliu (Pilota)
Dino Caragliu ha iniziato a correre con i go-kart ed è un grande appassionato di gare automobilistiche, una dedizione che ha sempre portato avanti con determinazione e costanza senza tirarsi mai indietro nemmeno quando, intorno alla fine degli anni ’70, il sogno di partecipare al suo primo Costa Smeralda si era infranto davanti alla rottura del motore di una Simca Rally 2, sulla quale aveva investito tanto. Dopo questo sfortunato esordio, ha cominciato a cimentarsi sulle prove speciali al volante di automobili semipreparate, sulle quali venivano montate le gomme usate dai vari Team durante le prove. Queste imprese compiute in piena notte, in compagnia di qualche amico, gli consentivano di controllare la classifica dei tempi ed, allo stesso, dimostrare a se stesso che cosa fosse in grado di fare, anche se, il più delle volte il risultato era quello di sfasciare la macchina.
Sono tante le gare a cui ha preso parte e non ne ha mai tenuto il conto, ma di alcune conserva dei ricordi particolari come il Rally del Golfo dell’Asinara del 1999 nel quale con una Peugeot 1300 Rally allestito all’ultimo momento riuscì, insieme al suo navigatore, a realizzare un’ottima prova confrontandosi con macchine ben più forti. In quel periodo la priorità di Dino Caragliu non era quella di portare in gara una vettura performante ma di far crescere la Porto Cervo Racing, la Scuderia che lui stesso aveva appena fondato con tanto impegno. E tutte le risorse recuperate grazie agli sponsor erano destinate anche a supportare i nuovi iscritti, numerosi già dal primo anno, nelle spese previste per le gare.
Nel corso della sua lunga carriera è stato affiancato da diversi navigatori, alcuni dei quali, come Adriano Spano e Mauro Atzei hanno iniziato proprio con lui. Nei rally veri e propri ha corso solo con Adriano, Mauro, Marcello Orecchioni e Michele Ruoni, mentre con Gianni Coda, Gianni Deriu e Sergio Deiana, questi ultimi con le vetture 0, ha fatto da apripista. Dino Caragliu si sente a suo agio soprattutto “sulla terra” e riesce a dare il meglio quando le condizioni sono avverse, meglio ancora se il terreno è reso impraticabile dal fango o dalla pioggia. A tal proposito, ricorda il Rally Tutta Terra Toscana, dove ad una prova e mezzo dal termine erano undicesimi assoluti e terzi di classe N4, la classe regina con 42 partenti e si confrontavano con campioni del calibro di Paolo Andreucci che correva con una Punto S1600. Avevano corso in condizioni estreme con il fango alto più di 40 centimetri, con un tergicristallo rotto che avevano inutilmente cercato di riparare e con la pioggia che rendeva impossibile vedere la strada davanti a sé, tanto che, a volte aveva dovuto mettere la testa fuori dal finestrino per capire dove fossero. Questa situazione aveva fatto perdere la posizione acquisita e li aveva fatti scendere al decimo posto di classe N oltre 2000 e al diciassettesimo nell’assoluta.
Tante volte la sfortuna si è messa in mezzo proprio nel momento in cui si stava raggiungendo un risultato eclatante, come è successo nel 2006, l’anno successivo alla vittoria della classifica dei sardi al mondiale Supermag Rally Italia Sardegna, quando giunti ormai ad una prova dal termine, con due minuti di vantaggio, avevano forato per la quarta volta e poiché un bullone nella fretta era stato in precedenza sistemato male, impiegarono parecchi minuti per smontare e sostituire la ruota, vanificando la possibilità di ripetere il successo dell’anno prima. In quell’occasione, nel segno della sportività, avevano mandato il loro carro attrezzi a recuperare Francesco Marrone che con la formula del Superally aveva vinto la classifica dei sardi, mentre Caragliu si era classificato al secondo posto dal momento che l’equipaggio arrivato secondo non poteva essere considerato tale in quanto non completamente sardo. Allo stesso modo, anche Francesco Marrone l’anno precedente aveva contribuito alla vittoria di Dino Caragliu e Mauro Atzei, fornendo i pezzi della sua macchina poiché la loro vettura dopo aver sbattuto a Lovia Avra si era fortemente danneggiata.
Anche al Rally Provincia di Cagliari del 2004 un problema alla turbina che impediva di dare la quinta marcia negli allunghi della prova di Santadi, aveva fatto slittare la possibilità di salire la classifica. Sempre un problema alla turbina lo aveva fatto arrivare nono al Rally Provincia del Medio Campidano, mentre un diluvio ad inizio gara non gli aveva impedito di raggiungere un buon risultato, un terzo posto assoluto, al Rally Internazionale Golfo dell’Asinara, nel 2003, in coppia con Mauro Atzei.
C’è spazio anche per qualche aneddoto divertente come quando durante una gara si erano rotte le staffe che tenevano la turbina con la conseguenza che la macchina non andava a più di 80 km all’ora. Sulla strada che portava a Porto Rotondo avevano affiancato una vecchia Cinquecento senza riuscire a sorpassarla, con grande stupore del pilota che li osservava incredulo.
Sono tante le gare a cui è rimasto legato, dal Rally dell’Asinara del 2003 al Rally Internazionale Storico Costa Smeralda del 2018, entrambe conclusesi con un terzo posto assoluto, sempre con Mauro Atzei alle note. E poi ci sono le gare degli anni d’oro, in particolare il Rally Tutta Terra Toscana, valida per il Campionato Italiano e per il Campionato Europeo, che offriva la possibilità di confrontarsi con piloti come Andrea Navarra o il già citato Paolo Andreucci, bravissimo a fare con la sua macchina tempi straordinari anche in condizioni sfavorevoli. Per Dino Caragliu è motivo di gioia e orgoglio essere riuscito a stargli davanti in quella difficilissima prova speciale in salita e in mezzo al fango, con una Mitsubishi fatta in casa e con pochissima esperienza alle spalle.
Dino Caragliu, che attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente della Porto Cervo Racing, ha sempre cercato di esprimere al massimo le sue potenzialità e quelle del suo mezzo durante le gare. È sempre partito dal presupposto di non dover dimostrare nulla e di correre solo per divertirsi, in totale sicurezza, avendo principalmente cura di proteggere chi si siede sul sedile di destra